Sulla vicenda della “Casa dei Coniugi” con il suo tragico carico di morti e feriti.
Si impone una seria riflessione su tante cose, ma soprattutto sui ritardi del Comune, sulla poca reattività anche su argomenti in cui la reazione immediata può evitare morti.
Dalle testate autorevoli si è appreso che c’era stata una relazione degli uffici comunali il 18 gennaio 2022 in cui si sosteneva che bisognava rifare l’impianto antifumo e gli impianti elettrici. Costo dei due interventi: 60.000 euro il primo e 30.000 euro il secondo.
Che in un anno e sei mesi non si sia fatto nulla è una cosa che grida vendetta. Nei teatri se gli estintori non sono aggiornati, se gli impianti antifumo non funzionano e le porte antincendio non si chiudono, i pompieri giustamente fanno chiudere il teatro!
Mancavano i requisiti minimi di sicurezza
Qui in una casa di ricovero con 170 anziani, anche non autosufficienti, si concede l’agibilità, in mancanza di requisiti minimi di sicurezza? Emerge poi che i campanelli di allarme interni alle stanze, collegati alla infermeria, in molti casi non funzionavano nemmeno.
Come si fa a lasciare una struttura senza adeguati controlli, da parte del Comune e della Azienda di Tutela della Salute anche sulla consistenza del personale in servizio di notte, al sabato e alla domenica ?
Non è che nelle altre case di riposo, RSA, o ospedali, la notte e il sabato e la domenica la situazione sia tanto meglio. Vige dovunque il principio che di notte, al sabato e la domenica, i malati sono meno malati, e le persone anziane hanno meno bisogno di assistenza.
È evidente che la responsabilità in primis è di chi dirige queste strutture, ma alle volte ci sono anche questioni sindacali che dovrebbero essere oggetto di un dibattito serio.
Ora, nel caso dell’incendio della “Casa dei coniugi”, è indubbio che le indagini devono chiarire le responsabilità penali, individuali e societarie . Ma c’è una responsabilità politica da esaminare. Anche se la gestione era affidata ai privati la proprietà della struttura è del Comune e quindi è il comune che ha l’obbligo della manutenzione straordinaria
E quindi insieme alle preghiere per le povere vittime c’è da chiedersi perché il Comune di Milano ha lasciato una struttura per anziani senza impianti antifumo e senza adeguate misure antincendio, senza campanelli di allarme. Perché non ha 90.000 euro per lavori urgenti? Mi pare che non sia proprio quello il motivo.
Quali sono i controlli comunali?
E che tipi di controlli sulla qualità e sulla tipologia dei servizi pubblici affidati ai privati vengono fatti dagli uffici comunali? E con quale periodicità? E perché ci vogliono anni per una gara di appalto per un sistema antincendio della RSA, mentre per i lavori dell’EXPO o delle Olimpiadi si possono superare tutte le procedure di appalto e firmare delibere?
Perché non è possibile adottare per cose urgenti, come un impianto di sicurezza in una casa di riposo per anziani, procedure più veloci di affidamento diretto, a trattativa privata?
Inutile la riflessione amara che le istituzioni di ogni colore avrebbero dovuto in questi anni assumere una politica seria per la popolazione anziana, che è un quarto della popolazione milanese e lombarda!
In questi anni, si è abbandonata l’idea di una società giusta, in cui l’anziano sia considerato una persona degna di una vita futura, magari migliore della sua vita passata.
Cosa fare in futuro?
Una politica di servizi assistenziali, oltre alla cura della salute, deve coinvolgere gli anziani, autosufficienti, in lavori utili per la comunità e le stesse Rsa debbono essere concepite non come luogo per accompagnare l’anziano nella ultima parte della sua vita , ma come luoghi di socialità, di svago, di promozione di interessi perché l’anziano è ancora utile alla collettività!
Non c’è un piano di servizi pubblici, degno di questo nome. Anzi, oggi si dismette un gioiello, unico nel panorama nazionale, come la “Casa dei Coniugi”. Che in quel senso andava: a non ghettizzare l’anziano.
Ora piangiamo i nostri morti e cerchiamo di alleviare le sofferenze di chi ha perso i propri cari con le nostre parole e i nostri pensieri, chi ha fede prega e perdona!
Ma ho chiesto al sindaco: facciamo di tutto affinché i milanesi non debbano più versare lacrime per fatti di questo genere.